Domenica di campionato: tutto si ferma, sulla Terra, o meglio, tutto ruota intorno a una
sfera di cuoio. La politica, con i suoi scandali e le sue miserie, passa in secondo piano rispetto
alle rocambolesche imprese di ventidue baldi giovanotti, in brache corte e scarpette
chiodate, che si contendono un pallone per infilarlo nella rete avversaria.
Gli umani impazziscono per il gioco del calcio, e non solo loro, tant’è che l’ospite più esimio
dell’Highgate Cemetery di Londra, tale Karl Marx, ha riveduto e corretto una sua celeberrima
massima, adattandola alla circostanza:
– Il football è l’oppio dei popoli!
– Ne siete sicuro, sir? Mi sembrava che attribuiste a ben più nobile soggetto la responsabilità
di tenere soggiogate le masse…
Karl guardò di sottecchi la sua interlocutrice, una sfiorita signorina inglese, pallida, dal
volto malinconico: Christina Rossetti poetessa dell’Era Vittoriana, come gli aveva confidato
in uno dei loro precedenti incontri, prima di mettersi a recitare versi struggenti con la foga
di un’invasata.
– Non ve ne abbiate a male, miss Rossetti, ma cosa ne volete sapere voi, di calcio? Siete
donna, e seguace di Erato, per giunta. Non offendete il vostro estro con argomenti prosaici
che non siete in grado di apprezzare.
– Chi ha visto il vento? Né voi né io; ma quando gli alberi piegano la testa, è il vento che
passa…
– Sì, vabbè… – replicò l’illustre spettro scuotendo la testa, – non capisco il nesso, ma siete
una donna: cosa si può pretendere? Da ciascuno secondo le sue abilità, a ciascuno secondo
le sue necessità.
– Perdonate, sir, – rispose Christina visibilmente seccata, – a prescindere dal fatto che non
sta a voi giudicare le mie abilità e che, vista la mia condizione di puro spirito, non ho necessità
alcuna, cosa vorreste dire con: “siete una donna”? È forse motivo d’onta, la mia natura
femminile?
“Mein Gott,” pensò il filosofo “è pure femminista! E chi la regge, questa, per l’eternità?”
– Non ve la prendete, gentile signorina – la blandì, – del resto, la tradizione di tutte le generazioni
passate pesa come un incubo sul cervello dei vivi.
– Sì, può darsi, ma voi siete morto! – sbottò lei, piccata. – Nonostante ciò, continuate a
parlare per aforismi. E che palle! – Christina girò le spalle e si allontanò tutta impettita,
facendo frusciare l’ampia gonna.
– Di nuovo a battibeccare con la vecchia gallina, herr Marx?
Il leggendario vampiro di Highgate gli era giunto silenziosamente alle spalle, facendolo
sussultare. – Se fosse ancora in vita, non la morderei nemmeno se stessi per morire di sete…
Brrr! Deve avere l’arsenico nelle vene, quella!
– Eh, ci vuole pazienza, amico mio, – sospirò Karl grattandosi la folta barba canuta, – si
sa che le donne non amano per niente il gioco del calcio, e si sentono defraudate
dell’attenzione maschile ogni fine settimana. Ma veniamo a noi: avete formato la squadra?
– Certamente, come tutte le domeniche. I non morti sono in forma smagliante, rinvigoriti
da buon sangue fresco e grintosi come non mai. Al tramonto sono usciti tutti dalle loro bare,
e adesso stanno facendo “spogliatoio” in un mausoleo monumentale dell’Egyptian Avenue.
Stavolta vi daremo del filo da torcere!
– Beh, la squadra dei fantasmi non è da meno, mio caro succhia sangue! – lo schernì
Marx. – A differenza vostra, non temiamo la luce del sole e abbiamo avuto più tempo per
allenarci e studiare le strategie di gioco. Vinceremo a mani basse, vie immer, come sempre.
– Uhm… questo è tutto da vedere, – ghignò il vampiro scoprendo i canini, – la palla è rotonda,
non si può mai sapere dove andrà a rotolare.
– A proposito di palla: toccava a voi procurarne una. Spero che stavolta sia qualcosa degno
di tale nome.
– Come no, la migliore che abbiamo mai avuto, appena prelevata dall’ossario! – gongolò
il vampiro, e tirò fuori un teschio scarnificato da sotto il mantello. – Ho provveduto personalmente
a estrarre i denti e staccare la mandibola, così rotolerà senza impedimenti.
– Perfetto! – si rallegrò lo spettro. – Allora, direi che possiamo andare a cominciare. E
nella mia qualità di arbitro, sarò inflessibile e punirò con l’espulsione dal campo chiunque
commetta qualsiasi irregolarità o scorrettezza.
– Di quali scorrettezze andate blaterando, sir? – si adombrò il vampiro. – Dovreste sapere
che i non morti sono dei veri gentiluomini!
– Sì, come no… e il paradiso è lastricato di buone intenzioni…
“Fantasmi, vampiri… sempre uomini sono,” rifletteva frattanto Christina, ascoltando in disparte
il dialogo tra i due. “Uomini, dei poveri uomini capaci soltanto di far girare le palle.”
Madame Rossetti truccata dalla sua visagista di fiducia
Immagine gentilmente concessa da Stella Demaris.