La
colomba svolazza impaurita nella gabbia dorata, sorretta con mani tremanti dal
vecchio vestito di bianco.
L’aspetto ieratico e le parole solenni, pronunciate
in una lingua antica, le incutono timore, ma gli occhi sembrano frammenti di
cielo e la voce risuona melodiosa come un cinguettio.
Fragili dita, dalla pelle
sottile e trasparente come il vetro, s’insinuano tra le sbarre e spalancano un
insperato spiraglio di libertà. La colomba si sporge a guardare fuori,
titubante. L’esultanza della folla che gremisce la piazza, delimitata da un
imponente colonnato, si leva in canti e preghiere, tra un gioioso sventolio di
ramoscelli d’ulivo.
-Vai… - la incoraggia il
vecchio dalla voce di bambino, scuotendo con delicatezza la gabbietta.
Esita
ancora qualche attimo, si lancia nel vuoto e dispiega le ali immacolate a
librarsi nel vento.
Migliaia di occhi seguono rapiti le sue evoluzioni, finché diventa un puntino nel sole.
Migliaia di occhi seguono rapiti le sue evoluzioni, finché diventa un puntino nel sole.
Una soave speranza di pace scende a rasserenare i cuori.
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