- Nonno, quando eri
bambino tu, cosa facevi la sera di Halloween?
Guardi il tuo nipotino,
sette anni, infagottato nel costume da folletto già appartenuto al fratello
maggiore, troppo grande per lui e scolorito dall’usura.
Gli occhi chiari,
così simili a quelli di Olga, brillano d’eccitazione. Gli amichetti che devono
passare a prenderlo per il rituale giro del “dolcetto o scherzetto” sono in
ritardo, e i piedini scalpitano nell’impazienza dell’attesa, dentro le sneakers
che fanno a pugni con il resto dell’abbigliamento.
Tremi per l’ondata di
tenerezza che ti travolge.
- Ai miei tempi,
Halloween non esisteva, Giulio.
- Non esisteva? –
sgrana gli occhi, incredulo. – Sei sicuro? Forse non ricordi bene…
Il
nonno è svanito, dimentica le cose. Non stare sempre appiccicato al nonno: è vecchio,
e non è bene che i bambini passino troppo tempo in compagnia dei vecchi.
Quante volte tua
nuora ha pronunciato quelle e altre frasi simili, credendo che non la sentissi?
Già, perché il nonno è anche sordo e rincoglionito.
Non
raccontare storie paurose ai bambini, babbo.
Ingoi fiele quando ti
chiama babbo: non è tua figlia e ti disprezza, ti sopporta solo per i soldi
della pensione che le metti in mano ogni mese.
Gli
fai venire gli incubi con i tuoi racconti.
Invece,
i cartoni animati che guardano dalla mattina alla sera, pieni di violenza e volgarità,
sono educativi, vorresti replicare, ma sai che sarebbero
parole al vento.
Ai tuoi tempi non
c’era la televisione e non esistevano nemmeno le “americanate” come Halloween.
Gli americani erano quei soldati entrati in paese con le jeep durante la
lontana primavera della liberazione; parlavano una lingua sconosciuta, ridevano
sempre e ti regalavano una barretta di cioccolato delle loro razioni. Non l’avevi
mai visto il cioccolato, e ti sembrava la cosa più buona del mondo; lo
custodivi gelosamente sotto il materasso di crine e ne sgranocchiavi un
pezzetto alla volta, la sera quando ti coricavi al buio, facendolo sciogliere
sotto la lingua piano piano perché durasse il più a lungo possibile.
- Forse hai ragione,
Giulio: sono io che non me lo ricordo – convieni, mentre sorridi al piccolo e
gli passi una carezza sul visetto imbrattato di trucco.
- Non preoccuparti,
nonno, ti voglio bene lo stesso – si solleva sulla punta dei piedi per
schioccarti un bacio sulla guancia. – Ecco, prendi questo, – ti mette in mano
un cornetto rosso di plastica – è un potente amu… amul… insomma, una cosa che
tiene lontano il male. Stanotte le streghe e gli spiriti non verranno a
prenderti. Poi, io torno presto e ti proteggo fino a domattina – afferma,
convinto.
Sorridi con le ciglia
inumidite dalle lacrime. Da quanto tempo non temi le streghe e gli spiriti?
Sono altre le cose che ti fanno paura: la vecchiaia, la malattia, la morte.
L’indifferenza di tuo figlio, la meschinità di sua moglie. E ben altri spettri
funestano le tue notti insonni: i rimpianti e i rimorsi per tutte le cose che
avresti voluto fare e non hai fatto, e per quelle che hai fatto e non avresti
dovuto fare. E i ricordi incombono grevi come macigni, a schiacciarti l’anima.
- Forse verrà la
nonna a farti compagnia, mentre io non ci sono…
Lo fissi allibito.
Come fa a ricordarsi della nonna? Aveva appena un anno quando è morta, proprio
la notte di Ognissanti. In casa non ne parla mai nessuno e tua nuora ha fatto
sparire tutto: vestiti, fotografie, i centrini di pizzo e i soprammobili di
maiolica che le erano tanto cari.
Non
puoi restare da solo, babbo; questa casa è troppo grande per una persona anziana
e malata, e noi paghiamo l’affitto per quel buco d’appartamento dove ci rigiriamo
a mala pena. Veniamo ad abitare qui, è la soluzione più ragionevole per tutti.
Non hai avuto il
coraggio di opporti, di difendere la tua libertà e i tuoi ricordi. Saresti
stato un vecchio egoista, e perfino Olga, la compagna di una vita, ti avrebbe
rivolto parole di biasimo.
Olga… domani andrai
al cimitero e le porterai delle violette. Potrai guardare i suoi occhi che ti sorridono
dall’immagine sulla lapide, una foto restaurata e colorata di quando era nel
fiore degli anni e della bellezza. È stato il suo ultimo desiderio, l’unico che
tu potessi ancora esaudire: rimanere giovane e bella nella memoria dei suoi
cari. Sì, andrai al cimitero anche se sarà freddo, anche se dovrai farti la
strada a piedi, stringendo i denti a ogni passo per il dolore alle anche
sbriciolate dall’osteoporosi. Ci andrai da solo perché nessuno si offrirà di
accompagnarti. Nemmeno nel giorno in cui si commemorano i defunti, nemmeno
nell’anniversario della sua morte.
Non
sono cattivi, ti direbbe lei, hanno sempre tanto da fare: il lavoro, i bambini, la casa e un vecchio
da accudire. È giusto che si riposino almeno nei giorni di festa.
Hai smesso
d’interrogarti su cosa sia giusto, hai smesso di giudicare, hai smesso di
vivere da quando lei ti ha lasciato. Se non fosse per Giulio, l’unica creatura
al mondo che ti dimostri un affetto sincero…
Una scampanellata ti
strappa alle tue riflessioni. Gli occhi del bambino, gli stessi occhi di Olga,
s’illuminano di gioia.
- Eccoli, sono
arrivati! – esclama precipitandosi alla porta.
Prima di aprire, si
volta a guardarti.
- Nonno, tu mi
aspetti, vero? – implora con la vocetta incrinata dalla preoccupazione.
- Certo, amore mio. Forse
mi addormenterò sulla poltrona; svegliami quando ritorni.
- E mi racconti le
storie delle paure, di quando eri piccolo e vivevi in campagna?
- Sai che la mamma
non vuole…
- Ma noi non glielo
diciamo, – ti strizza un occhio – è il nostro segreto – e schizza fuori,
unendosi al gruppetto dei piccoli mostri festanti.
Appoggi la nuca allo
schienale, chiudi gli occhi e ti lasci pervadere dal torpore. Non sai quanto
tempo sia passato, il tocco di una mano ti riscuote.
- Sei già di ritorno?
Quanti dolcetti ti hanno regalato?
Silenzio, e quel
profumo di violette che ti accarezza le narici. Il suo profumo. Non hai bisogno
di svegliarti: sai che lei è lì. È venuta a prenderti.
Perdonami,
Giulio, pensi, stavolta
non posso aspettarti. Non piangere, piccolo: il nonno adesso è felice.
Mi è piaciuto il tuo racconto su "L'Anno della Luce".
RispondiEliminaGrazie :-)
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