Barcollo nel vento, esule senza meta.
Raffiche bizzose scompigliano i capelli,
sferzano la schiena, ottundono i sensi.
Mi piego, cado, mi rialzo e vado avanti
senza sapere dove, senza voltarmi indietro,
fuscello nel vortice, microbo dell’universo.
Non è lo scirocco a imbizzarrire la mente,
non la sabbia a screpolare la coscienza,
non l’arsura a essiccare l’anima.
E queste lacrime frenate dall’orgoglio
non sono il rigurgito del cielo,
ma il sale liquefatto dei rimorsi
che spargo a piene mani
sulle rovine sterili della vita.
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