– Oh, Romeo, Romeo, perché sei tu,
Romeo? Rinnega tuo padre, rifiuta il tuo
nome, o se non vuoi farlo, giura che mi ami e non sarò più una Capuleti.
– Come, madonna Giulietta,
dobbiamo incontrarci in mezzo ai roseti? Non conoscete qualche luogo più accogliente?
Le rose hanno le spine, mia diletta.
– Quella che chiamiamo rosa anche
con un altro nome avrebbe il suo profumo…
– Quale fumo? È scoppiato
un incendio? Deh, fuggite, Giulietta, mettetevi in salvo!
– Rinuncia al tuo nome, Romeo, e per
quel nome che non è parte di te prendi me stessa…
– La madre badessa? Non ditemi che
vostro padre vuole rinchiudervi in un convento per contrastare il nostro
amore!
– Santo Cielo, Romeo! Che cosa devo
fare con te?
– Volete offrirmi un tè? Grazie,
siete gentile, ma preferisco un boccale di buon vino, magari un nebbiolo. Piuttosto ditemi, leggiadra fanciulla, perché
urlate così forte, sporgendovi dal vostro balcone?
– Perché sei sordo, Romeo. SORDOOO!
– Come? Il tordo? Ma non era l’allodola?
–
Oh, Romeo,
Romeo…
Dalla mia raccolta di racconti ironici:
Non sono Bukowski
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