Certe giornate consumate nell’inedia,
svanite nel fumo delle mille sigarette,
assurde, com’è assurda l’esistenza.
Con la voglia di urlare al mondo
che ci sei, e non sai nemmeno perché:
non l'hai chiesto, né lo vorresti.
E la consapevolezza che al mondo
non potrebbe importare meno,
di te, delle tue squallide miserie,
delle orme impercettibili dei passi
lasciati dietro, senza voltarti mai.
Con lo strazio di un dolore invisibile
a torcere le viscere
e annientare la mente,
sopraffatta dal vortice dei pensieri,
prigioniera dei ricordi, aliena alla speranza.
Certe giornate che niente rende degne,
e non hai il sostegno della rabbia
a dar voce alle ribellioni dell’anima.
Sprofondi nell’abisso dell’indifferenza,
nel buio della coscienza sedata,
aspettando solo che passino in fretta…
come in fretta trascorre la vita.
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