Isabella scende dal taxi che l’ha portata al porticciolo, gremito di turisti in attesa dei traghetti. Inforca gli occhiali scuri per passare inosservata, concentrandosi sul volo dei gabbiani contro il sole rosso del tramonto. Respira l’aria salmastra e sorride: se è una celebrità, lo deve alla sua bravura, ma soprattutto alla determinazione con la quale si è fatta largo con ogni mezzo. Deve andare all’Elba per un servizio sulla cucina tipica isolana; la troupe è già sul posto. Non le dispiace fare la traversata da sola: darà meno nell’occhio e non sarà assalita dalla solita folla di ragazzini e casalinghe adoranti. E non dovrà slogarsi la manina curatissima a forza di firmare autografi. La voce di un altoparlante la fa sobbalzare: sciopero delle maestranze, nessun imbarco nelle due ore successive. Contrariata, si allontana lungo il molo.
«Ehi! Ma sei
Isabella, la presentatrice della tivù!»
Solleva lo
sguardo e incontra gli occhi più azzurri che abbia mai visto. Il resto è da
cardiopalma. Il giovane sfodera un sorriso da farle tremare le ginocchia.
«Sono un tuo fan
sfegatato: non mi perdo nessuna delle sue trasmissioni. Ti vanno due chiacchiere,
per ingannare l’attesa?»
Isabella trova a
malapena il fiato per rispondere che sì, va bene, e anche fare quattro passi, e
salire sulla sua auto per una corsa fino al paese vicino… va bene qualsiasi
cosa. Benedetto lo sciopero!
Seduta al suo
fianco, contempla il profilo virile.
«Tu che fai,
nella vita?»
«Oh, io sono un
collezionista…»
«Interessante…
cosa collezioni?»
Lui ferma la
macchina e le prende una mano tra le sue.
«Autografi…»
La risatina le
muore in gola alla vista del coltello: non fa nemmeno in tempo a urlare.
L’uomo recupera
la sega circolare dal sedile posteriore: perché accontentarsi di un autografo,
quando può prendersi tutta la mano?
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