Osservo le mani che accendono la
sigaretta: sono tozze, anonime. Chissà perché, le immaginavo leggere come
farfalle, quando sognavo che si posassero sul mio corpo. E quelle labbra mute,
che aspirano avidamente il fumo, le pensavo tenere, generose di parole. Perfino
gli occhi, adesso, mi sembrano oscuri pozzi senza fondo, senza desideri da
realizzare. Ci siamo coricati insieme innamorati, lasceremo questo giaciglio da
estranei. Mi guarda perplesso, mi domanda cosa ci sia che non va. “Nulla… ” rispondo,
indifferente, e sono già altrove. Inafferrabile, come il fumo della sua sigaretta.
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