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lunedì 8 aprile 2013

Caro diario


Nella mano destra stringe il coltello insanguinato; con l’altra compone il numero.
“Pronto, Carabinieri? Ho ucciso mio marito.“
Con calma apatica risponde alle domande, fornisce l’indirizzo. Riattacca, siede ad aspettare. Le chiederanno perché. Non serviranno molte parole: basterà che mostri il diario che la sua bambina ha lasciato, aperto, sotto il cuscino. Involontaria dimenticanza o disperata richiesta di aiuto? Nella pagina, tracciate dalla grafia infantile, poche, agghiaccianti parole. Sbavate dalle lacrime.
“Caro diario, oggi papà mi ha fatto delle cose molto brutte… “


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