I Vegliardi sono composti
in file silenti. Non porteranno nulla, sul lontano pianeta dove si materializzeranno
fra pochi istanti. Conoscono l’immortalità, ma troveranno una nuova, eterna giovinezza,
in un paradiso prodigo di doni. Riabbracceranno i padri che li hanno preceduti,
nell’attesa dei figli che verranno. Gli astanti levano canti, mentre il
Supremo preme il pulsante. Gli anziani svaniscono in fasci di energia. Le molecole
disgregate vagheranno nello spazio per sempre: non esiste nessun Eden e non c’è
posto, sul pianeta che langue, per degli inutili vecchi che non sanno morire.
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